Le toppe della politica

ulivo

Una coalizione rissosa, disunita, piena di gente assurda. Capace di andare avanti solo a colpi di fiducia, sul filo di lana di una maggioranza in bilico continuo.

Eppure, pur nella delusione massima, quello di Prodi mi pare al momento il migliore dei governi possibili. E non perché, come sostiene la sinistra radicale, in caso di caduta del Governo “si spalancherebbero di nuovo le porte a Berlusconi”.
Questa continua ossessione-demonizzazione della Sinistra per il nano pelato (come veniva chiamato sul mitico “Cuore”) mi pare proprio una tipica espressione dell’incapacità di stilare un progetto serio e comune con gli alleati.

Il mio, tenue, apprezzamento nei confronti di Prodi è dato dalle condizioni in cui il professore si ritrova a lavorare, stretto com’è tra vetero-comunisti, ambiental-populisti e beghine teo-dem. In mezzo ad un pastrocchio di posizioni politiche assurde, l’esecutivo cerca di dare un impulso riformista al sistema.
Magari in modo troppo timido, come ha fatto Bersani. Magari proponendo delle emerite castronerie giuridiche, come nel caso dei Pacs-Dico. Oppure dandosi al cerchio-bottismo spinto nei discorsi di politica estera, come quello praticato da baffino D’Alema (un equilibrista capace di far la faccia cattiva solo ad Israele).
Ma dopo anni di stasi (e non intendo solo gli ultimi cinque…) si è tornati finalmente a mettere in agenda delle riforme importanti.

Fra pochi giorni il governo Prodi si presenterà alle Camere e, salvo imprevisti, tornerà nella pienezza delle funzioni senza cambiamenti nella squadra. In realtà un cambiamento ci sarà, e neanche di poco conto. Sono i famosi 12 punti messi sul tavolo da Prodi, 12 rospi che Rifondazione e l’allegra combriccola di rincomunisti che la circonda hanno dovuto ingoiare.
Tra questi il rispetto degli impegni internazionali (e dovrebbe comprendere anche l’Iraq), il SI alla TAV, il SI ai rigassificatori, un riordino delle pensioni nonché il potere a Prodi di zittire i dissidenti e tirare avanti in caso di contrasto.

Un bello spostamento verso il centro… ma quanto durerà? Questo Governo rimane pur sempre attaccato assieme con lo sputo… per cui sarebbe bene rimettere mano al più presto alla legge elettorale. Con una soglia di sbarramento bella alta ed un premio di maggioranza.

Per il momento, dita incrociate e speriamo bene.

7 risposte su “Le toppe della politica”

  1. @Fringui
    Bonjour finesse… e buongiorno anche al populismo d’accatto!

    Quando ti metti a parlare dei politici ho i brividi lungo la schiena: mi vengono sempre in mente quelle pagine del manuale dei Balilla dove veniva spiegato ai piccoli fascisti quale grande progresso fosse stato aver abolito il Parlamento e chi vi sedeva… 🙁

  2. A parte gli scherzi. Avere una direzione sarebbe gia’ qualcosa. Vi siete mai chiesti perche’ nessuno mette in luce UN PIANO preciso da seguire? Semplice! Il piano e’ “Tappare le falle e scaldare la poltrona”. Ma i manuali per giovani delfini bene insegnano che il popolo non e’ ben propenso a votare simili campagne.

    Governare gli Italiani non e’ impossibile. E’ inutile.

  3. Caro Boc, ti mando un mio fondo uscito l’altro giorno sulla voce su questo tema: non è per il vezzo di citarsi, ma mi sono molto ritrovato in quello che hai scritto. Te lo mando perché fra tante cose sicuramente non l’avrai notato. Ciao!

    Oggi al Senato ci sarà il voto di fiducia al Governo Prodi. L’ansia con cui è vissuto dalla maggioranza è giustificata, visto l’esito del voto sulla politica estera di una settimana fa. Ma non si tratta solo di un voto di fiducia. Si tratta anche della nascita di un nuovo sistema politico: sì, perché anche se tutti non se ne sono accorti stiamo uscendo anche dalla Seconda repubblica per approdare alla terza, che non si basa più sulla democrazia, ma sulla “fondellocrazia”. Questa nuova e ricercata forma politica si basa non più sulla rappresentatività degli elettori grazie agli eletti, ma sulla capacità degli eletti di prendere per i fondelli (da cui, appunto, il nome) gli elettori. Sei un militante dell’estrema sinistra e manifesti contro la base americana di Vicenza insieme a membri della coalizione di governo? Il tuo buon senso, basandosi sul vecchio concetto di democrazia, ti fa pensare che quelle persone che stanno lì, marciando insieme a te, nei giorni successivi saranno conseguenti, e faranno di tutto per impedire che la base americana sia allargata. Errore: nella fondellocrazia l’impegno del politico si manifesta nel passeggiare per le strade al tuo fianco, intonando slogan e canti di protesta, esprimendoti a parole la sua partecipazione per quello che provi. E in Parlamento? No, lì è un altro paio di maniche: non vorrai mica che il Berluska torni al potere, no? E poi ci sono gl’interessi internazionali dell’Italia, i rapporti con lo zio Sam, e mille e mille altre motivazioni che spingeranno il tuo politico di riferimento a fare l’opposto di quello che ti ha detto che avrebbe fatto. Sei un elettore del centrodestra e hai votato per Follini, per cercare di realizzare un partito di centro che fosse all’opposizione di Prodi e non schiacciato dalla sovranità di Forza Italia? Anche il tuo buon senso, basandosi su quel senso di democrazia ormai archeologico, ti diceva che forse era una mossa giusta per rinnovare il centrodestra, tanto chi viene eletto in uno schieramento, in un sistema bipolare, non potrà passare dall’altra parte, non è più come una volta. Errore: il singolo Follini si aggiunge allo schieramento prodiano, rivendicando un’azione mirata a portare più centrismo nel centrosinistra (lui da solo), e probabilmente rivendicando anche una sedia confacente all’aiuto profuso. A tutti e due, elettore di sinistra e di destra, hanno detto che i vostri voti sono fondamentali, che la forza della democrazia è nella partecipazione popolare, perché è del popolo il vero potere? Voi ci credete, andate a votare, certi che il vostro voto sia davvero fondamentale. E guardate un po’ da chi si aspetta, oggi, di ricevere la fiducia, il Governo Prodi: la senatrice a vita Rita Levi Montalcini (mai eletta dal popolo italiano) e il senatore Luigi Pallaro (eletto nel Sud America). Fondellocrazia, questo è il nuovo stile della politica italiana; d’altronde, che fossimo governati da facce di bronzo si sapeva, ma che se ne vantassero anche, questa è una vera novità.

    Ah, dimenticavo: Dark times are coming.

  4. @Paolo
    Grazie Turro, in effetti mi era sfuggito!
    “Fondellocrazia” mi pare un termine più che mai appropriato alla situazione attuale 😀

    Things are getting darker and darker… :/

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