Esposizione di simboli fascisti? Si tratta di ignoranza o malafede, tertium non datur

Ignoranza o malafede. Non è possibile una terza via nella esposizione di simboli che si rifanno, direttamente o indirettamente al nazismo o al fascismo.
L’ultimo caso, in ordine di tempo è avvenuto a Forlì con un avvocato (esponente di FdI già sospeso dalla sua carica di vertice per ostentate simpatie verso Hitler e Mussolini) che ha esposto dal suo balcone una bandiera della RSI.
Uno Stato fantoccio, la Repubblica sociale italiana, le cui Forze armate nacquero per continuare la guerra contro gli Alleati (in nome di un malinteso onore) ma furono utilizzate quasi esclusivamente in rastrellamenti interni contro partigiani o presunti tali. Un simbolo dell’ultima fase del fascismo, quella più truce e sanguinaria.
Non può essere definita libertà di espressione quella di chi inneggia all’intolleranza, riesumando gli scheletri di ideologie che hanno sprofondato l’Italia in un baratro di sciagure.

Grave anche l’episodio di Firenze dell’altra settimana, ossia l’esposizione in una caserma dei Carabinieri di una bandiera del Secondo Reich. Anche qui non si scappa dall’ignoranza o dalla malafede. Non è un mistero che quel vessillo sia usato diffusamente dai neonazisti tedeschi per aggirare i divieti all’esposizione di simboli del Terzo Reich.
Come può un militare esporre in piena coscienza una bandiera del genere senza offendere la memoria di chi lo ha preceduto? I Reali Carabinieri hanno svolto un grande ruolo nella Resistenza, restando fedeli in larga parte al sovrano, e resta fulgido l’esempio del martire Salvo D’Acquisto. Per non parlare della Grande Guerra, appena una generazione prima, quando Carabinieri e militari italiani versarono il loro sangue combattendo proprio quel Secondo Reich alleato degli Austro-ungarici.
Da qualunque parte la si guardi, dunque, quella bandiera è un insulto all’Arma e alla Patria.
A certi militari si potrebbe perdonare un minimo di ignoranza storica, ma non si può transigere invece sulla assoluta fedeltà ai valori costituzionali.

Se il sonno della ragione genera mostri, l’ignoranza storica (diffusa a tutti i livelli) sta facendo uscire quei mostri dall’angolo in cui la società civile li aveva faticosamente relegati. E, guarda caso, chi è impegnato nello sdoganare quelle pagine buie è in prima linea nello sminuire l’importanza della Memoria. Oggi, più che mai, c’è un grande bisogno di Storia, a tutti i livelli.