Un’area verde, un’oasi di pace a un passo dalla via Emilia, dedicata alla giornalista Ilaria Alpi. Ma l’intitolazione di questa mattina a Bologna, cui ho preso parte in rappresentanza dell’Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, racchiude molto di più. Si tratta, infatti, di un progetto che ha coinvolto i ragazzi delle scuole in un percorso (“Le strade delle donne”) volto a riequilibrare una toponomastica troppo spesso declinata al maschile, contribuendo a far aumentare la consapevolezza del ruolo delle donne nei vari contesti sociali e culturali.

Sono stati i ragazzi stessi, studenti e studentesse dell’Istituto tecnico “Crescenzi-Pacinotti”, a scegliere di dedicare l’area verde di fronte all’ospedale Maggiore alla giornalista del Tg3 uccisa a Mogadiscio nel 1994, assieme all’operatore Miran Hrovatin. Alpi stava indagando sullo smaltimento illegale di rifiuti tossici e il traffico d’armi tra il nostro Paese e la Somalia.

Una martire della professione, Ilaria Alpi, una giornalista che non si limitava a “raccogliere dichiarazioni” (come piacerebbe a qualche politico) ma viveva il suo mestiere per quello che è: ricerca della verità, vaglio dei fatti, mediazione e divulgazione. Questi gli studenti lo hanno capito benissimo, tanto da citare nel loro intervento altri giornalisti che hanno pagato con il prezzo della vita la loro coerenza, in Italia e in Europa.

Una boccata d’aria fresca, quest’attenzione dei giovani per la buona informazione e i fulgidi esempi di giornalismo (alla faccia della disintermediazione imperante), tanto più necessaria in questi giorni di attacchi continui da parte della politica ai giornalisti, al loro Ordine, alle testate d’informazione. Un ininterrotto stillicidio di accuse questo, tra l’infondato e il ridicolo, che rasenta ormai l’aperta intimidazione e mette a rischio il valore costituzionale della libertà di stampa.

Trovarsi con dei giovani a omaggiare chi ha pagato con la vita per informare, per rendere i cittadini più consapevoli e dunque liberi, ha riacceso in me la speranza che un altro Paese sia possibile. Un Paese che tiene in massima considerazione la Storia, riconosce il valore delle donne in ogni contesto, legge e approfondisce gli argomenti più rilevanti per la collettività, rispetta i giornalisti come incaricati di pubblico servizio. Solo un sogno ad occhi aperti, ad oggi.