Visioni di legalità

Il fascio contro Saffi

Sei un fascista. Sei un comunista. Sei un sionista. Sei un bugiardo. Sei al soldo di qualcuno. Quante volte ho sentito questo ritornello. Quante volte ho sorriso dentro di me osservando la bava alla bocca del mio interlocutore.

Ultimamente alla cantilena di affronti si è aggiunto Stefano Severi. Che definisce “vomitevole” il mio recente articolo sulla questione del Confino, l’ex scuola elementare di Ponte Cucco occupata dagli anarchici.

Per Severi a muovere la mia penna sarebbe l’odio nei confronti di un nemico. Stessa sorte è riservata al consigliere repubblicano Luigi di Placido.


Ebbene chi mi conosce bene sa che nulla mi è più estraneo di una visione del mondo che divide gli amici dai nemici. Non perché non abbia idee, preferenze, ideali, simpatie. Tutt’altro. Semplicemente perché mai e poi mai mi sognerei di bollare come “nemico” chi non la pensa come me.

Per come sono fatto tutte le idee, anche le più nefande, hanno il diritto di cittadinanza. Ritengo che persino chi inneggia all’odio o alla violenza vada, prima ancora che censurato, affrontato a parole e sconfessato pubblicamente.

Quello che cerco di evitare come la peste è il pregiudizio. Quando parlo con una persona cerco sempre di capire le motivazioni e le idee che stanno alla base delle sue azioni. Anche, e soprattutto, quando non le condivido. Da lì parto cercando un confronto.

Qualcuno, anche tra le persone care, mi ha rinfacciato spesso questo atteggiamento tacciandomi di debolezza. E può darsi, in effetti, che agli occhi del mondo io appaia tale. Ma non me ne curo. Ho scelto la mia strada e la percorro con serenità e fermezza. Non ho bisogno di apparire “scagliato”, come qualcuno vorrebbe, per dimostrare forza. Non ho bisogno di affrontare ed umiliare altre persone per sentirmi appagato. O di alzare la gambina orinando sul lavoro altrui per delimitare il mio territorio.

Forse proprio per questo ho scelto di fare il giornalista. Ho scelto una professione che mi mette a contatto, ogni giorno, con storie, volti e situazioni della multiforme realtà che ci circonda. Articolo dopo articolo, servizio dopo servizio, entro in contatto con frammenti di verità. Alcuni preziosi, altri curiosi, altri ancora fasulli. Ma tutti elementi utili per arrivare al bandolo della matassa di questo strano mondo.

Personalmente concepisco la Repubblica, la nostra società italiana, come un corpo. Un organismo che per rimanere vitale ha bisogno di una buona circolazione sanguigna. Nel mio piccolo cerco di adocchiare notizie da mettere in circolo per mantenere in salute la democrazia. Sarà la gente, quel popolo al quale sola appartiene la sovranità, a decidere cosa farne.

Eppure molti leggono i miei articoli con occhi diversi. Quando scrissi lo speciale sugli abusi edilizi che sfregiano le colline cesenati, ormai quattro anni fa, un consigliere comunale di centro-destra arrivò quasi a mettermi le mani addosso dandomi del “comunista, incapace e ambientalista da strapazzo”.

Stessa storia, a ruoli invertiti, successe con il Confino. Gli squatter riempirono Cesena di manifesti che mi definivano “pedina al servizio di un meccanismo di controllo sociale” nonché “dilettante e bugiardo dalla lingua lunga”.

 

Confino vs Boch

Ironico vero? Ma di complottisti, quelli che paranoicamente vedono nemici e oppressione in ogni dove, son pieni i fossi. Ed io del “noi contro tutti” me ne faccio una grassa risata. Anche perché le due storie hanno in comune un tema che mi sta molto a cuore: il rispetto della legalità.

Non può esserci vero confronto, non può esserci autentica democrazia, là dove comincia l’eversione e l’illegalità. Da chiunque praticata, siano essi anarchici, imprenditori o le stesse istituzioni.

Senza legalità perdono forza e appassiscono i diritti dei cittadini. Nello spregio della legge cresce la cultura della giungla. Ma forse è proprio questo quello che sogna chi vuole “superare” la nostra società democratica in nome di ideologie distopiche. Uno Stato marcio, incapace di riformarsi e di applicare le leggi, è più facile da abbattere. Non a caso lo sostenevano anche le Brigate Rosse.

P.S.
Sull’argomento “Confino” e le polemiche successive si è pronunciato anche l’aggiornatissimo CESENA BLOG.

16 risposte su “Visioni di legalità”

  1. Oh grande Michelangelo,

    confesso che un po’ mi mancavano le vecchie discussioni stile oldfashioned in cui disapprovavo tutto, ed in toto, quello che dicevi, le tesi che sostenevi.
    Mi piace pensare di poter ricominciare in questo spazio virtuale, anche senza Aghino e Sandro dietro al bancone.

    Il riferimento conclusivo alle Br lo trovo un capolavoro di retorica. Una argomentazione composta, fatta di “componendo i constrasti” e di “ma anche” (non sono tue citazioni, naturalmente).

    D’altronde dal punto di vista giornalistico ben pochi possono insegnarti qualcosa. Io stesso ricordo, nei primi anni del millennio, di aver chiesto più volte a te qualche consiglio in materia.

    Metti il lettore quasi a suo agio, in questo post, lo rilassi e lo inviti ad una pacificazione con argomentazioni per nulla bellicose, sembri lì sul punto di porgere la mano e poi all’improvisso… boom, colpisci con il richiamo alle Br.

    Allora è un piacere rispondere, più a beneficio di un lettore terzo o di Google che per te, visto che nè io pretendo di convincere te nè tu pretendi di farlo con me.

    Concedimi però qualche precisazione.

    Il richiamo al sionismo mi pare necessario, nel mio intervento, per disegnare un cerchio attorno alla tua figura, di fronte ai miei pochi lettori, per presentarti, insomma. E non credo di essermi sbagliato, più volte anche tu hai ammesso di essere sostenitore dell’amicizia con israele e con la sua causa, con il suo esercito. O mi sbaglio?

    Probabilmente darti del fascista o del comunista suonerebbe come offesa: l’utilizzo del termine sionista non credo proprio. E non è stato usato per offendere ma per descrivere una realtà, un modo di pensare. O di essere.

    Seconda cosa: naturalmente vomitevole non è l’articolo in sè (tantomeno la tua persona: firmo quello che scrivo) ma il contenuto, ovvero l’attacco al Confino. Con motivazioni tanto retoriche (il rispetto della legalità, etc) che ritengo superfluo persino il doverle confutare. Non mi pare di essere stato io, con il mio post, a spargere veleno, quanto piuttosto tu, Di Palcido, Elena Baredi su La Parola, tutti voi insomma che chiedete più o meno esplicitamente lo sgombero della scuola occupata. L’ultimo spazio libero rimasto a cesena dopo la chiusura del Pellerossa.

    Penso di aver scritto anche abbastanza,
    un saluto

    distopicamente ideologizzato
    sovieticamente anni ’50 – a metà tra il punk ed il vintage

    Apo

  2. Il punto è uno solo: quelli del Confino occupano da anni la struttura illegalmente, no? Il comune di Cesena voleva legalizzarli ma loro non hanno voluto perchè, dicono, non risconosco, l’autorità dello Stato. La domanda sorge allora spontanea: perchè stanno ancora lì e non gli mandano la polizia a sgombrare? Perchè non mi sembra, come dice l’assessore Zittignani, che questi siano dei “bravi ragazzi” ….

  3. Ciao Apo! Ebbene sì, un po’ mancano anche a me le discussioni del vecchio pub… preferisco essere in disaccordo totale con una persona che ascoltare discorsi stereotipati.

    Un grazie per i complimenti giornalistici e per quel “ma anche” che, sia pur ironicamente, richiama posizioni politiche nelle quali mi identifico (ma questo non ti stupisce vero? Mi ricordo che già 8 anni fa bollavi il mio “riformismo” come para-fascismo… 😛 ).

    Sull’essere sionista hai ragione. Il fatto stesso che su questo blog spicchi in side-bar il tricolore affiancato alla bandiera israeliana lo testimonia. Ho sempre dichiarato apertamente la mia vicinanza ad Israele, pur sostenendo l’imprescindibile necessità della creazione di uno stato palestinese (e se non ci si è arrivati fino ad ora non è certo colpa degli israeliani per come la vedo).
    In questo articolo sul blog però ho inserito il termine sionista accanto agli altri come simbolo di “etichetta”, di contenitore nel quale è facile incasellare l’altrui pensiero. A torto o a ragione.

    Sulle motivazioni dell’articolo… che dire! Per me la legalità non è retorica, ma fondamenta civile senza la quale non vi può essere vera libertà. Ed ovviamente il mio concetto di libertà non coincide con quello anarchico 🙂

    In ogni caso, se posso dirti francamente come la penso… ritengo che la chiusura del Confino impoverirebbe la città. Negli ultimi 8 anni di “seconda gestione” non ci sono mai andato (ci capitai invece un paio di volte a metà anni ’90, ai tempi della prima occupazione storica) ma conosco gente che lo frequenta e so che propongono varie attività e anche buona musica.

    Per me, dunque, bene ha fatto in un primo tempo il Comune a trattare e cercare di legalizzare… ora però questa storia ha assunto l’aria di una vera farsa. Potenzialmente molto pericolosa perché dopo anni di inazione l’Amministrazione ormai ha perso la faccia.

    Se si comincia a tollerare un’occupazione con che coraggio si possono contrastare poi quelle successive? Dalle case popolari agli abusi edilizi? Ci sono momenti nei quali, a malincuore, non si può prescindere dal rispetto rigoroso della legge.

    Forse bollerai anche queste righe, sorridendo, come il frutto del pensiero dei “ma anche”, ma io la penso così 😉

  4. Grande Boc! Adesso che ho letto tutto non posso che farti un applauso (interrompendo la correzione dei compiti…) soprattutto per la FERMEZZA, che poi non è altro che FORTEZZA (o fortitudo, se si preferisce ricorrere a un termine oggi del basket, ma un tempo della religione). Fortezza, che è tipica di chi sta “come torre ferma che non crolla”: compito di un Vero Uomo.

  5. Sì, siamo contenti perchè lì non ci dovevano stare. Anzi, il Comune è stato anche troppo garbato …. e adesso tutte le spese di questi cazzoni chi le deve pagare?? Noi! Ed è giusto questo?

  6. @commento 6 (Apo)
    Contento è una parola grossa… diciamo che sono soddisfatto per il ripristino, sia pur tardivo, della legalità. Ormai non ci speravo più.

    Trovo veramente sconcertante che gli occupanti abbiano rifiutato per anni un bene offerto loro *gratuitamente* dal Comune (bastava una firma!) solo per “rifiuto delle istituzioni”.

    Chi è causa del suo mal… se ne torni in piazza Verdi (che avrebbe bisogno a sua volta di una bonifica massiccia).

  7. Il Comune ha sbagliato. Non doveva arrivare con 30 uomini fra vigili e polizia. bastava un bravo contoterzista con un bel Class trattore cingolato da 400 cavalli con pala anteriore. Una bella spianata alla casa con caricamento delle macerie: tanto dentro non doveva starci nessuno quindi… tutto a posto

  8. Io sono favorevole alla proposta di Romagna country! Ci mancava poco che il Comune stendesse il tappeto rosso a quelli del Confino.

  9. @Legalità, repressione e violenta

    MA ANDATE A CAGARE!!!! Il mondo non ha certo bisogno delle vostre teste vuote! Perchè invece non cominciate a fare qualcosa di utile per la società? A cosa vi ha portato quello che avete fatto fino ad ora? A vivere alle spalle dei cittadini, occupando un edificio pubblico, scrivendo sui muri della città … E’ così che volete migliorare la società?

  10. senti Boch,
    1)non rompere e non dirci il tono che dobbiamo tenere
    2)se non ti va bene, stacca la spina
    3)agli ex occupanti del Confino suggerisco di andare a occupare lo stabile in via Calcinaro 2200! ah, dimenticavo, è la sede del depuratore della merda di Hera

  11. @Boch
    Finora siamo stati anche troppo gentili e civili … con certa gente non bisognerebbe neanche perdere tempo a parlaci visto come ragiona

    @Romagna country
    Mi sembra un’ottima proposta la tua. Spero verrà al più presto accolta

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