Elio e le storie fresche

ElioPopperScanzonati eppur professionisti, leggeri senza nulla trascurare, impegnati senza mai scivolare nel dogmatismo.
Quei curiosi, irascibili, carissimi “Elio e le Storie Tese“, per parafrasare l’incipit di un loro vecchio radiodramma, davvero non smettono mai di stupirmi.

Mi considero loro fan dalla fine degli anni ’80, quando tra i banchi di scuola ebbi modo di ascoltare e duplicare mitiche cassettine contenenti il primo album e frammenti di vecchi concerti eliatici. Fu subito amore.
E da allora non li ho più persi di vista, diventando tra l’altro Fava della prima ora.

Ma, al di là dell’ironia sferzante e del valore musicale, c’è stata sempre una cosa che mi ha affascinato particolarmente nell’attività del simpatico complessino. La capacità di sollecitare alla riflessione l’uditorio su certe tematiche (la corruzione, l’aborto, i mali del Paese) senza mai indulgere all’ideologia.

Un’impressione più che confortata, nelle settimane scorse, dalla lettura della (auto-)biografia sugli Elii “Vite bruciacchiate – ricordi confusi di una carriera discutibile“.
Tra i personaggi intervenuti nel volume con proprie testimonianze, mi ha colpito l’intervento di Michele Mozzati (sì, proprio quello di Gino & Michele) là dove scrive che nel 1985/86 «il gruppo […] era davvero anomalo: forse il primo dell’area culturale milanese ad essersi liberato dalla politica intesa come ideologia».

Mozzati stava collaborando alla messa in scena di uno spettacolo del trotzkista Trevor Griffiths sulla condizione della classe operaia inglese, e rimase “fulminato” dall’ascolto di Elio. Adoperandosi subito per lo “spaccio di cassettine” in diversi ambienti (incluso quello romano, per mezzo dell’attuale direttore di Internazionale Giovanni De Mauro) contribuì alla positiva diffusione del contagio eliatico.
E vide che gli Elii riuscivano là dove nessun altro era riuscito: «La sinistra culturale rigidissima, la sinistra che trasgressioni non poteva concedersene, per una volta si era lasciata andare, ipnotizzata dal fenomeno Elio».

Elio e le storie tese, con la loro carica distruttivo-rigenerativa, sono stati capaci di spazzare via da certi ambienti la cappa dell’ideologia.

Ecco perché mi piacerebbe accostarli, idealmente, ad un altra mia lettura di questi giorni: Karl Popper. Il grande filosofo della scienza, e della politica, si può considerare un baluardo della lotta al dogmatismo, all’ipse dixit, alle roccaforti dell’immutabilità del pensiero. Tanto che il sottotitolo del primo volume della sua imprescindibile “La società aperta e i suoi nemici” è, non a caso, “Platone totalitario”.

Che ne dite, vi pare un accostamento troppo ardito?

9 risposte su “Elio e le storie fresche”

  1. interessante l’intervento di mozzati, ma l’aneddoto della giacca di pupo ‘con strane macchie’ sopra in giro per new york è la vetta del libro intero…

  2. @Miguel

    Di aneddoti simpatici il libro è pieno, ma quello di Pupo è davvero un LOL+ 😀

    E’ bello saperti devoto alla fede Eliatica, e mi dispiace di non aver avuto forze a sufficienza per riuscire a reggere “all’Ariaperta” fino al concerto degli MM40… vorrà dire che dovrò rimediare senza meno in altra data 😉

  3. miguel, fava 877, per servirla 😉
    gli mm40 prendono molto da elio & company, penso si capisca bene. ma siamo più ruvidi e ignoranti (skiantos style). siamo il 2 luglio alla festa dell’unità di forlì, in più quella sera è festa della birra quindi speriamo ci sia casino a sufficienza… sei sempre il benvenuto! 🙂

    ps. per l’aneddoto di pupo, ne parlai con elio in persona quando venne a forlì qualche tempo fa. se sei curioso ti rivelerò l’esatta successione dei fatti…! 😉

  4. l’immagine che mi ha fatto più ridere è quella di Faso (era lui?) travestito da Rockets che si aggira in motorino per Sanremo in direzione del teatro Ariston. Con John Bon Jovi che gli urla dalla limosuine “hey ! ma tu sei fuori di testa !”

    mitico !

  5. @Miguel
    Due di luglio segnato in agenda. Perché birra + musica ignorante = richiamo potente.
    Spero di farcela: fingers crossed!

    @Porlock
    E quello è un altro 🙂
    Cavoli, mi state proprio facendo venire voglia di rileggerlo 😛

I commenti sono chiusi