I buchi neri

I buchi neri esistono. Non mi riferisco al film di Pappi Corsicato, né a quegli inquietanti fenomeni legati alle ultime fasi di vita di una stella… quelli che secondo Vulvia “non si vogliono vedere perchè sono neri: razzismo astrofisico su Rieducational Channel!”.

Nulla di tutto questo. Il buco nero sono io. Ho passato il pomeriggio scorso a surfare da un contrattempo ad un altro. Sto per uscire di redazione per un’intervista: cellulare scarico. Poco male, lo attacco alla spina ed esco. Sono in giro con la macchina fotografica: si scarica dopo due scatti e nella custodia, a differenza del solito, non ci sono batterie di riserva. Devo telefonare e tiro fuori il cellulare di riserva: mi si scarica. Sono in giro in auto… si sfonda la marmitta e devo fermarmi. Fortunatamente riesco a chiamare aiuto, collegando il cellulare di riserva all’accendisigari, e… da casa mi fanno sapere che non potrò usare nemmeno l’altra macchina: batteria completamente scarica. Grazie ad un passaggio proseguo con i miei appuntamenti e… nel corso di una telefonata chiave si riscarica il cellulare collegato prima all’accendisigari. Esasperato, decido di tornare in redazione in autobus e… mi si scarica l’autobus! Proprio così. Non ho fatto in tempo a salire che, percorsi un centinaio di metri, il minibus elettrico per l’ospedale ha dato il collo. A quel punto sono sceso e ho proseguito il mio cammino cercando di evitare qualsiasi contatto con l’elettricità. Per il bene dell’intera città 😛
Se la sfiga fosse energia, oggi avrei potuto alimentare una centrale a turbine. O strozzare le ambizioni nucleari dell’Iran sul nascere, semplicemente posando una mano sui loro reattori 🙂

Una risposta su “I buchi neri”

  1. McGyuiver avrebbe collegato il cellulare al posto della marmitta e trainato l’autobus.

    Ti saluto adesso perche’ ho paura che a stare troppo tempo sul tuo blog mi si spenga il computer…

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