Che Vito Crimi sia del tutto inadeguato al suo ruolo di sottosegretario all’Editoria era chiaro da subito. E non tanto per la sua appartenenza alla setta manovrata dalla Casaleggio associati, composta pure da esseri senzienti, ma proprio per il suo continuo mischiare il ruolo di giocatore con quello di arbitro e l’abitudine di prendere posizione su questioni di cui non conosce nulla.

Dalla Consulta degli Ordini regionali dei giornalisti, alla quale ho preso parte ieri a Roma in rappresentanza del presidente Giovanni Rossi, si è levato un NO chiaro a quella pagliacciata degli “Stati generali dell’editoria”, divenuti ben presto gli stati generali dell’ideologia e del pregiudizio.

L’OdG nell’ultimo anno ha provato a seguire un percorso istituzionale di confronto: in cambio ha trovato solo continui atteggiamenti di irrisione da parte del sottosegretario.

Per questo l’Ordine dei giornalisti chiede che del futuro della professione, una questione cruciale per la qualità della democrazia, si occupi il Ministero della Giustizia (nostro ministero vigilante, l’Editoria non c’entra nulla) e il Parlamento, lasciando perdere quella gigantesca presa in giro istituzionale degli Stati generali dell’editoria.

Sul sito del Cnog si può leggere il documento che abbiamo approvato:

E qui gli sviluppi: