Il coraggio di mescolarsi

Per adesso sono solo parole. Ma almeno qualcuno ha avuto il coraggio di dirle. E sono state musica per le mie orecchie, anche se la mia passata esperienza politica mi spinge a toccare ferro.

Un paio di settimane fa a Santarcangelo ho assistito ad un evento della Margherita a sostegno della candidatura di Walter Veltroni alle Primarie del Partito Democratico.
Un soggetto politico così nuovo da attirare al tempo stesso passione, scetticismi ed ironie.

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Brave new world

Sposi by Seek

Grazie, grazie, grazie! 🙂

Approfitto di uno scampolo di tempo libero, a poche ore dall’imbarco per l’Irlanda, per ringraziare tutti quelli che sono stati vicini a me e a Francesca in occasione del nostro matrimonio. Vogliamo mandare un bell’abbraccio a tutti, a chi era presente fisicamente e a chi lo era solo spiritualmente.

E’ difficile riuscire a valutare una giornata vissuta così in prima persona… noi speriamo solo che vi siate divertiti almeno quanto noi! 😛

Per chi fosse interessato, Zondini ha già scritto due righe sull’evento mentre Seek ha pubblicato le sue foto della giornata.

Al nostro ritorno siamo curiosi di vedere le vostre… e in primis quelle dell’Elga! 🙂

A presto!!

Agosto, il mese più freddo dell’anno

Agosto
è scritto sul tuo calendario
forse hai dormito sei mesi
ma sei così stanco
tanto stanco

Torno a far capolino su questo spazio dopo una lunga assenza, due mesi che hanno messo a dura prova la mia capacità di resistenza.

Un continuo zompettare tra preparativi per il grande passo, trattative per l’alloggio (finirò in affitto o in una casa mia?), mobili da comprare, viaggi da prenotare e beghe lavorative. Un tritatutto dal quale dipenderà la mia vita negli anni a venire.

Eppure, in questi giorni convulsi, qualche uscita me la sono concessa. A ricordarmelo sono le foto accumulatesi nel cellulare e nella macchinetta.

Sfogliarle prima di postarle in Rete mi ha dato l’impressione di finire in una piccola macchina del tempo.

Ho rivissuto così il concerto degli MM40 a Forlì. Due ore di volgarità, battutacce, pesanti allusioni e turpiloqui. Una vera boccata d’aria fresca, dunque per chi, come me, si ritrova quotidianamente a navigare in un mare di aria fritta e parole vuote.

E poi tante uscite con gli amici, piccole scorribande rivierasche, ritrovi di Faccioni, il concertone di Elio a Cesenatico (delle belle fotine, altrui, si trovano qui), il primo spettacolo live dei Tiny Tide (ma anche no)… insomma, al di là della stanchezza, come ultima estate di libertà non posso certo lamentarmi! 😛

Il matrimonio di Turro

DSCN1314A volte mi chiedo se ci sono o ci faccio 🙂

Avevo caricato già da un po’ le foto del matrimonio di Turro in rete ma mi ero scordato di sbloccarle…

Provvedo subito a rimediare all’errore dopo una tirata d’orecchie da parte di un’attenta lettrice del sito! 😉

Il set è disponibile a questo indirizzo dove potrete ammirare Paolo e Silvia in tutto il loro splendore. Cerimonia molto partecipata, una bella festa, sposi ed amici al top… cosa si poteva volere di più? 🙂

Ulteriore cosa: pensavo che gli sposi tornassero dal matrimonio oggi e invece son tornati la settimana scorsa. Sigh, ma ho una mente o un emmenthal?

Insulto al calcio

Chi mi conosce bene osservando la foto accanto avrà pensato ad un’illusione ottica.

O ad un fotomontaggio.

No amici, non avete le traveggole: indosso proprio una maglia da calcio! 😀

Ed ho pure in mano una tessera Uisp!

Non si tratta di un colpo di fulmine nei confronti nello sport più seguito dagli italiani, né di un gesto scriteriato dovuto alla calura estiva.
Bensì di semplice adesione ad un’iniziativa benefica, spiegata meglio QUI.

Ieri sera, grazie al Cielo, sono rimasto tutta la partita in panchina.
Ma non so se giovedì prossimo sarò altrettanto fortunato… 😛

Elio e le storie fresche

ElioPopperScanzonati eppur professionisti, leggeri senza nulla trascurare, impegnati senza mai scivolare nel dogmatismo.
Quei curiosi, irascibili, carissimi “Elio e le Storie Tese“, per parafrasare l’incipit di un loro vecchio radiodramma, davvero non smettono mai di stupirmi.

Mi considero loro fan dalla fine degli anni ’80, quando tra i banchi di scuola ebbi modo di ascoltare e duplicare mitiche cassettine contenenti il primo album e frammenti di vecchi concerti eliatici. Fu subito amore.
E da allora non li ho più persi di vista, diventando tra l’altro Fava della prima ora.

Ma, al di là dell’ironia sferzante e del valore musicale, c’è stata sempre una cosa che mi ha affascinato particolarmente nell’attività del simpatico complessino. La capacità di sollecitare alla riflessione l’uditorio su certe tematiche (la corruzione, l’aborto, i mali del Paese) senza mai indulgere all’ideologia.

Un’impressione più che confortata, nelle settimane scorse, dalla lettura della (auto-)biografia sugli Elii “Vite bruciacchiate – ricordi confusi di una carriera discutibile“.
Tra i personaggi intervenuti nel volume con proprie testimonianze, mi ha colpito l’intervento di Michele Mozzati (sì, proprio quello di Gino & Michele) là dove scrive che nel 1985/86 «il gruppo […] era davvero anomalo: forse il primo dell’area culturale milanese ad essersi liberato dalla politica intesa come ideologia».

Mozzati stava collaborando alla messa in scena di uno spettacolo del trotzkista Trevor Griffiths sulla condizione della classe operaia inglese, e rimase “fulminato” dall’ascolto di Elio. Adoperandosi subito per lo “spaccio di cassettine” in diversi ambienti (incluso quello romano, per mezzo dell’attuale direttore di Internazionale Giovanni De Mauro) contribuì alla positiva diffusione del contagio eliatico.
E vide che gli Elii riuscivano là dove nessun altro era riuscito: «La sinistra culturale rigidissima, la sinistra che trasgressioni non poteva concedersene, per una volta si era lasciata andare, ipnotizzata dal fenomeno Elio».

Elio e le storie tese, con la loro carica distruttivo-rigenerativa, sono stati capaci di spazzare via da certi ambienti la cappa dell’ideologia.

Ecco perché mi piacerebbe accostarli, idealmente, ad un altra mia lettura di questi giorni: Karl Popper. Il grande filosofo della scienza, e della politica, si può considerare un baluardo della lotta al dogmatismo, all’ipse dixit, alle roccaforti dell’immutabilità del pensiero. Tanto che il sottotitolo del primo volume della sua imprescindibile “La società aperta e i suoi nemici” è, non a caso, “Platone totalitario”.

Che ne dite, vi pare un accostamento troppo ardito?

Minipimer week-end

Sabato scorso quello di Giagia è stato un vero addio al celibato al fulmicotone, capace di mobilitare un pullman pieno di amici per una serata di grandissima bolgia. A questo indirizzo trovate qualche notizia in più in merito e l’accesso alla galleria fotografica.

Peccato solo che la mattina dopo, con appena due ore di sonno alle spalle, mi sia dovuto presentare come scrutatore ai seggi per il rinnovo delle cariche dell’Ordine dei giornalisti 😛
Tra chiacchiere e conteggi la giornata però è volata, grazie anche alla piacevole compagnia di amici/colleghi.
E non ho accusato particolari segni di cedimento.

Il tracollo fisico, a tradimento, è arrivato oggi… e sento la vocina di qualcuna che mi dice che forse dovrei proprio smetterla di comportarmi come un ventenne… 🙂

No choice

Con l’avvicinarsi della scadenza del 30 giugno siamo ormai in pieno martellamento televisivo da Tfr.
Pubblicità, istituzionali e non, cercano di convincere gli indecisi dell’ultim’ora sul destino del proprio Trattamento di fine rapporto.

E tu cosa vuoi fare del tuo Tfr?” mi chiede petulante uno spot.

Un cazzo – vorrei rispondergli – come milioni di co.co.co. che il Tfr se lo sognano“.

‘fanculo.

Una strana coppia di giornalisti

Photo by Avlxyz La settimana scorsa sono andato assieme a Turro a parlare di giornalismo agli scout di San Rocco. Un invito giunto inaspettato, ma che mi ha fatto passare una serata inconsueta e stimolante.

Dovevamo parlare mezzora, tre quarti d’ora al più. Siamo stati lì, invece, quasi due ore. Le curiosità e le domande sul giornalismo, sui limiti, le forme e il ruolo di questo mestiere strano, hanno avuto il sopravvento sull’orologio.

Una delle domande che più mi ha colpito riguardava il rapporto tra lettori e giornalisti. Perché al giorno d’oggi – mi è stato chiesto – nonostante la forte scolarizzazione ed il livello culturale più elevato di molte persone, i giornalisti continuano a proporre articoli usa-e-getta, tanto nello stile quanto nei contenuti?

Una domanda, a mio avviso, che tocca il cuore della professione sotto molti aspetti. Il mestiere del giornalista dovrebbe avere sempre alla base un solido rapporto di fiducia con il lettore. Chi compra un giornale sa che di quei giornalisti si può fidare, sa che mentre lui è al lavoro ci sono persone che vanno alla ricerca di notizie utili e le verificano. Almeno in teoria.

Ma quando si scrive un articolo non si può pensare ad un solo tipo di lettore, men che meno al lettore colto o d’istruzione al di sopra della media. Si scrive per arrivare a tutti. E non per formare. Personalmente provo ribrezzo verso il giornalismo inteso come forma di pedagogia. Come modo per educare le masse. Il giornalismo non può e non deve fare formazione. Può e deve all’opposto dare informazione. Che verrà usata dal lettore, in tutta libertà, per chiarirsi le idee in autonomia.

Indirettamente, dunque, il giornalismo in-formando… forma. Può sembrare un banale gioco di parole ma non è così. Solo rispettando la mente del lettore, che per nostra grazia ha deciso di leggerci, potremo da giornalisti fare un servizio alla società. Solo facendo circolare notizie fresche nel sistema sanguigno della democrazia potremo dare al cittadino sovrano (e non suddito!) gli strumenti per poter esercitare il suo potere in consapevolezza e libertà.

Detto in soldoni: bisogna scrivere senza guardare in faccia a nessuno, pensando solo all’utilità che potrà avere quello che scriviamo per il nostro lettore-cittadino-sovrano. Senza proporgli scorciatoie o comodi giudizi, ma dandogli fatti, dati e notizie. Anche le interpretazioni vanno bene, se non ci si maschera dietro una finta indipendenza, spiegando chiaramente alla luce di che cosa abbiamo accostato due o più fatti per arrivare ad un giudizio. Ma senza mai avere l’arroganza di propinare al lettore giudizi e sentenze preconfezionate. Perché i nostri pezzi possano davvero essere parte, sia pur piccola, di quella civica cassetta degli attrezzi usata da ciascuno per costruire il futuro della società.

Ovviamente la ricerca di semplicità non deve tradursi, come spesso accade, in sciatteria. Ma questo è un altro discorso, così come questa è stata solo una piccola parte dei tanti argomenti trattati.
Ma mi ha confortato, in un panorama informativo sempre più desolante, poter parlare per un paio d’ore di etica professionale come di una questione viva, centrale, e non un ferrovecchio d’altri tempi.

Il B-side del giornalista sportivo

Serata piacevole quella di sabato scorso al Jammin di Longiano.
Anche se la gente presente alla festa organizzata dall’Atletico Malatesta era davvero tanta, forse troppa.

Io sono arrivato “ad orari Boch”, come direbbe qualcuno, piombando nel mezzo di un gradevole filotto di musica italiana d’annata.

Ma la vera sorpresa è stata quando in console è salito tale “Dj Eric“.
Ripensando a chi aveva organizzato la festa, l’annuncio di quel nome mi ha fatto scattare subito un moto di curiosità.
Il mio sesto senso non sbagliava: era proprio Eric Malatesta, conosciuto dai più come giornalista sportivo per il Corriere Romagna e per il Corriere Cesenate, nonché inviato di Radio Bruno.

Decisamente all’insegna dei “piccoli classici” (vecchi e nuovi) la sua selezione, molto gradita dalla pista, che ha visto alternarsi Mike Oldfield & Maggie Reilly, i Police, le Hole, i Jet, Kaiser Chiefs, U2 e Radiohead, solo per citarne alcuni.
Una selezione troppo commerciale? Forse, ma era tutto “mainstream del cuore” e ci metterei la firma per ballarlo ancora 🙂

P.S.
C’è chi dice di avere visto a Longiano anche dei VIP del ravennate in trasferta 😀