Fiat Indie

Tra chi si intende di automobili sento spesso dire che, da qualche tempo a questa parte, alla Fiat la musica è cambiata. Dopo anni passati a produrre macchine plasticose e inaffidabili, sembra che negli uffici del gruppo torinese spiri una nuova aria di attenzione al cliente. Tanto che modelli come la nuova Croma, la nuova Panda o la Grande Punto stanno risollevando i disastrati conti della società.

Non essendo un esperto del settore non posso confermare o meno. Del resto mi ritengo soddisfatto della mia signora Punto del ’97. E, tutto sommato, non mi crucciavo nemmeno troppo a girare fino all’anno scorso in una mitica Uno dell’83 con più di 250mila chilometri sul groppone.

Ma la prova definitiva che la musica in casa Fiat sia cambiata mi è giunta oggi quando, a casa per pranzo (evento assai raro), in attesa del TG mi sono imbattuto nel nuovo spot dello Scudo.
Protagonista dello stesso è un Michael Schumacher giardiniere – antennista – chauffeur accompagnato musicalmente dalle Pipettes!
La colonna sonora, infatti, è ABC tratta dall’album “We are the Pipettes“. Complimenti agli autori della pubblicità per la scelta! 🙂

Domandona: sarà la Fiat ad essere diventata Indie, o sono le Pipettes ormai ad avere abbracciato in toto il mainstream?

P.S.
Chi rimanesse colpito dallo spot e volesse maggiori informazioni sull’oggetto della pubblicità rischierebbe di rimanere deluso.
Pare che all’indirizzo http://www.veicolicommerciali.fiat.com/ ci siano problemi, dato che viene visualizzata questa roba:

Non esattamente un bel biglietto da visita per chi vuole trasmettere un’immagine di affidabilità :/

Auguri di cuore

Albero casa Bucci

Scivolando da un impegno all’altro mi son ritrovato quasi senza accorgermene alle porte del Natale.Quando tutti chiudono per le festività sei costretto anche tu a fermarti. Fermarti a riflettere non tanto sul significato vero del Natale (ho smesso di arrabbiarmi da tempo ormai per il modo in cui la società lo vive, anche se la fiamma cova latente), ma soprattutto su che cosa stai facendo della tua vita.

Ecco, questo Natale non ho fatto regali, mi son sottratto alle corse affannose all’acquisto e son rimasto chiuso in casa alla vigilia a mo’ di eremita.

Non per snobismo, ma per non drogare di stress anche questi momenti. Ai miei amici e ai quattro gatti che mi leggono voglio fare comunque gli auguri più sinceri per un santo Natale e un felice 2007!

Riti ritriti

Come ogni anno mi sono ritrovato, questo pomeriggio, a vagare per le strade di Sant’Agata Feltria in occasione dei famigerati “Mercatini di Natale“. Un rito cui mi sottopongo, controvoglia, ad ogni stagione per accontentare la mia dolce metà.

E dire che, in piccole dosi, non sarei contrario all’acquisto di addobbi natalizi. Ma essere assediati da un fiume chiassoso di persone sgomitanti, circondati da quantità industriali di ciarpame, può davvero mettere a dura prova l’equilibrio psico-fisico di una persona.

Grazie al cielo però, girando per il paese, mi sono imbattuto in una curiosa mostra su di un personaggio a me sconosciuto: Padre Agostino da Montefeltro. Un sacerdote dell’800 che, dopo essere scappato dalla parrocchia con una donna e avervi fatto un figlio, ebbe diverse traversie e tentò anche il suicidio. Salvo ritornare poi pentito, farsi frate e divenire il più celebre predicatore italiano. Venendo addirittura contattato da Papa Leone XIII per quella che sarebbe stata l’enciclica alla base della dottrina sociale della Chiesa: la Rerum novarum.

Una storia d’altri tempi, che pare uscita da un romanzo d’appendice.
Peccato non abbia suscitato eguale interesse nei miei accompagnatori, più propensi allo shopping che alle divagazioni storiche 😛

In ogni caso, direi che la mia visita odierna a Sant’Agata ha avuto un senso 🙂

Andare oltre il Pacstrocchio

Nei giorni scorsi il Governo ha annunciato l‘imminente presentazione di un Disegno di legge sui PACS, una delle forme delle cosidette unioni civili.

Si vorrebbero tutelare, in pratica, i diritti dei conviventi siano essi eterosessuali o meno.

Nel mondo cattolico si è subito assistito ad uno stracciar di vesti. L’Osservatore Romano ha parlato di “battaglia senza senso” e “volontà di sradicare la famiglia“.

Mentre il segretario dei DS Piero Fassino, intervistato su RaiTre, ha affermato che “in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone che vivono ogni giorno una condizione di convivenza di fatto e credo che sia di buon senso e corrisponda a regole di civiltà stabilire alcuni diritti, a tutela di un più solido rapporto tra due conviventi“.

Io penso invece, modestamente e laicamente, che i conviventi si debbano “attaccare al tram”. Il concetto stesso di cittadinanza si basa sul godimento di diritti a fronte di un’assunzione di doveri. E nei Pacs sento puzza di bruciato, vedendo coppie che ambiscono ad ottenere diritti cercando di svicolare dai doveri.

Vuoi tutele e garanzie? Rimboccati le maniche e sposati! Vuoi convivere ed essere libero, senza alcun vincolo? Perfetto, ma poi non frignare invocando l’approvazione di Leggi in tuo favore.

Bisogna avere il coraggio di chiudere la porta in faccia alle “mezze robe”. La famiglia deve rimanere fondata sul matrimonio, sia esso civile o religioso.
Quale tipo di matrimonio, però? Rifiutare i Pacs, o accrocchi giuridici simili, chiuderebbe le porte a chi al matrimonio non può accedere: gay, lesbiche e transessuali.
Ecco perché è urgente lasciarci alle spalle il dibattito sui Pacs e puntare ad una riforma complessiva dell’istituto matrimoniale, da intendersi finalmente come “unione di due persone”.
Una formula che chiuderebbe le porte alla poligamia, aprendole al tempo stesso a quei cittadini gay, lesbiche o transgender pronti a prendersi un impegno “per tutta la vita”.

Paradossalmente, dunque, mi sento di dare ragione all’Osservatore Romano quando in tema di PACS paventa “una legislazione parallela a quella del diritto di famiglia”. E’ un rischio concreto, e la società non ha bisogno di un “doppio canale” in materia.

Dico dunque no ai PACS e sì ad una riforma del matrimonio, aprendolo a chiunque sia pronto ad accettare i diritti e i doveri che una vita a due comporta.

Schegge dal tritatutto

Officina49

Solo ora mi accorgo che le mie foto scattate col cellulare (a mo’ di ricordo personale, dunque senza velleità di alcun tipo) al concerto dei “Le man avec les lunettes” sono state pubblicate anche sul loro sito con tanto di citazione: quale onore! 🙂

Avevo mai scritto di essere stato al concerto cesenate dei lunettosi, la settimana scorsa all’Officina49? Di essermi lasciato catturare dalla loro musica? Di aver addirittura comprato il loro doppio mini-CD pubblicato insieme alle svedesi Rough Bunnies? No, mai. Ora l’ho fatto! 😛

In colpevole ritardo, dato che questo blog, come ben sa chi mi conosce, non è altro che la punta dell’iceberg di una vita piuttosto sregolata. Tanto che, dall’ultimo aggiornamento me ne sono accadute “di ogni”: dai tentativi di emulare la banda di Full Monty (un progetto da far tremare le vene ai polsi!) fino ad una udienza privata con il Pontefice, da giornate di lavoro intensissimo a nottate di ballo e mondanità per la Romagna…

Quest’ultimo week-end, in compenso, è stato vissuto all’insegna del polleggio. Dopo aver rinunciato in extremis, venerdì pomeriggio, a raggiungere Zonda & co. a Milano al compleanno di Rock.it (causa sciopero dei mezzi pubblici), mi sono concesso una piacevole serata Airpop al Diagonal + Capannina c/o Vidia con Pullo ospite d’eccezione ai piatti. Per dedicarmi poi ad un sabato e domenica di relax, tra casa, Cesenatico e l’immancabile aperitivo domenicale degli Irresistibili©.

Due settimane intense, con un solo rimpianto: non essermi portato due palloni gonfiabili, di quelli da spiaggia, in Vaticano. Avevo avuto l’idea di mettermi a giocare a palla in sala Clementina durante l’udienza con Ratzy, sulla falsariga di Crozza… chissà se le guardie svizzere mi avrebbero affettato? 😛

Pattume televisivo

Oggi, purtroppo, ho guardato un po’ di TV. Molto strano, dato che difficilmente mi capita di avere a che fare con questo mezzo. Quando accade mi limito in genere al televideo e a qualche Tg. Per il resto mi affido alla Rete, convinto come sono della superiorità della fruizione di contenuti on-demand rispetto alla sbobba propinata dai palinsesti.

Lo zapping odierno non ha smentito le mie convinzioni. Prima ci si è messo il TG1 che, parlando della Fiera del formaggio di Fossa, ha collocato Sogliano al Rubicone in provincia di Bologna (!). Poi a “Quelli che il calcio” ho avuto la sgradevole visione di Alessandra Borghese. La paladina del neo-beghinaggio, stuzzicata sull’argomento dal vampiro-Ventura, ha biasimato la satira su Ratzinger. Per poi tornare sulla sua conversione e sulla scelta della castità.

Gentile principessa, forse non sai che una cosa chiamata Costituzione non riconosce più (da quasi 60 anni!) tutti i titoli nobiliari e, cosa più importante, quella stessa Carta ha ribadito la separazione tra Stato e religione/i. Ne consegue che la satira può e deve essere libera di sbertucciare chi più gli pare e piace, religiosi inclusi (sempre che non si istighi all’odio o al commetere reati). Allo stesso modo tu sei libera di fare sesso o meno. Ma per piacere, cara la mia “principessa senza pisello” non menarcela più con questa storia del non darla via!

Ossessioni musicali

Nelle ultime settimane mi ritrovo quotidianamente ad ascoltare, nella fida autoradio, i Boston. E sarebbe semplicemente riduttivo classificare come “ancora attuale” un album uscito ben trent’anni fa. Quel disco, per dirla alla Asiula, è proprio “una roba granda” 😀

Devo assolutamente ringraziare il mitico Porlock, che me li ha fatti conoscere, spacciatore di un cd misto zeppo di interessanti suggestioni musicali.

E, a proposito di musica che merita, non possono passare sotto silenzio le serate del doppio duo ZondaSeek + Airpop all’Ex-machina di Forlì, un intero ciclo all’insegna dell’Indie-pop-rock.

Ci faranno rimpiangere Losing my badge o inaugureranno un nuovo trend? Nell’attesa del 25 novembre, cominciamo a scaldare i piedi… 😉

Musica oltre i pregiudizi

Io li ho visti. Pieni di vita, giovani, qualcuno quasi brufoloso. Io li ho avuti accanto, erano al tavolo con me, a condividere la stessa cena. E fischiettavano motivi, parlavano di viaggi. Io ho li ho conosciuti. E non potete dirmi, accecati come siete dall’odio e dall’ideologia, che sono assassini, che sono macchine, robot di morte.

Io ho cenato con dei soldati israeliani. Un gruppo di ragazzi e ragazze, poco più che maggiorenni, della IDF Chamber Orchestra, l’orchestra da camera delle Forze armate israeliane.
E’ successo la settimana scorsa a Milano, a margine del convegno nazionale della “Federazione delle associazioni di amicizia Italia-Israele“.

La sera successiva quei giovani avrebbero tenuto un concerto al Palazzo reale di Milano, nella sala delle otto colonne. A noi convegnisti, però, è stata data l’occasione di ascoltarli in anteprima. Finiti i secondi piatti, il gruppo si è alzato per suonare violini e violoncelli. Non esagero nel dire che la loro performance è stata un’anticipazione del dolce.

Il linguaggio della musica in genere apre i cuori. Così è stato per noi, così dovrebbe essere. Ma evidentemente non è così per quegli ottusi “pacifinti” che non perdono occasione di accusare Israele di ogni nefandezza. L’ISM-Italia, un movimento che si prefigge il boicottaggio dello Stato di Israele, ha diramato un comunicato stampa nel quale gli archi dell’orchestra vengono addirittura chiamati “antiche armi”.
Come se gli israeliani fossero mostri assetati di sangue, pronti persino a snaturare un violino pur di scoccare frecce e uccidere qualcuno.

Anche la mostra sull’arte israeliana di Milano, un’occasione unica per capire meglio la complessa realtà di quel paese, è stata presa ad ennesimo pretesto per spargere menzogne su Israele, venendo bollata come “propaganda di guerra”.

Che tristezza. Fino a che punto un’ideologia può rendere ciechi?

Tubthumping

Stremato

“I get knocked down but I get up again
You’re never gonna keep me down”

Una settimana di tosse, rincoglionimento, stanchezza precoce.

Ieri mi sono rassegnato ad andare dal medico. Quella che sembrava una bronchite dovrebbe essere in realtà una laringite causata da problemi intestinali (!). Comunque un po’ c’entrano anche i bronchi.

In ogni caso, non se ne può più. Tosse a parte, alle nove di sera son già cotto… e gli impegni saltano.

Come questa sera, in cui ho dovuto dire addio alla serata Godzilla al Diagonal :/

Missione compiuta

Era da febbraio che rompevo le scatole ai Faccioni in merito. Ma alla fine ce l’ho fatta: dopo 5 anni di imperdonabile assenza siamo ritornati all’Oktoberfest di Monaco!

In attesa di postare un reportage fotografico completo, nel sito del Gruppo Faccioni si trova già un filmatino che ben può far intuire il livello di bolgia presente allo stand Löwenbräu 😛

Che dire? Sono stati tre giorni intensi e fantastici, vissuti con gli amici tra canti, birra e relazioni internazionali…

E resi ancor più speciali dai mitici buoni per la birra a un euro (per boccale da litro!) procurati dal faccione Gibus.

L’unico cruccio che mi è rimasto è stato quello di essere ingrassato di due chili e mezzo in tre giorni mangiando poco e niente… possibile che la birra sia così deleteria per il fisico? E dire che ne ho bevuti solo 8 litri! 🙂